“Specchio specchio delle mie brame….” Non è più così. Lo specchio non è più un alleato. Il 50% delle donne tra i 20 e i 50 anni lo usa per trovarsi difetti, uno studio svolto dagli specialisti del dipartimento di chirurgia plastica ed estetica della università di Ankara. Le insoddisfazioni cambiano a seconda dell’età: a 25 anni non piace il naso, a 35 si inizia a criticare la propria pelle, mentre a 55 anni il problema è la linea della mandibola che scende per la tanto temuta “forza di gravità”.
Eppure io mi trovo sempre più spesso a parlare con donne che si piacciono molto di più a 40 e 50 anni di quanto non facessero a 20. Pur, oggettivamente, avendo perso in elasticità della pelle e avendo magari guadagnato chili. A 20 si dovrebbe sorridere allo specchio perché si ha la vita davanti, a 30 perché è il momento di costruire, a 40 perché si è raggiunta la maggior parte dei traguardi, a 50 perché ci si può reinventare con una libertà nuova, a 60 perché si raccolgono i frutti e ci si può rilassare, a 70 perché si traspira saggezza, a 80 perché ogni ruga è un pezzo di vita, a 90 perché ci si può guardare ancora allo specchio e riconoscersi.
“Lasciami tutte le rughe , non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire “ disse Anna Magnani, alla faccia dei chirurghi platici e dei loro studi su quanto ci piaciamo!
A chi sorride allo specchio e a chi no, dedico questo viedo (è una pubblicità, lo so. Ma a volte funzionano anche quelle)