Che fossero 2 milioni, 300 mila o 73 mila come al concerto dei Rolling Stones ci importa poi davvero? Anche fosse stato uno solo al Circo Massimo ieri, sarebbe stato uno di troppo a manifestare “contro”. Perchè come la si metta la si metta, ieri chi è sceso in piazza per il family day lo ha fatto contro, contro i diritti di qualcun altro. Non voglio entrare nel merito delle argomentazioni, di cui abbiamo letto fiumi di parole in questi giorni, ma riporto solo un twitter in cui mi sono riconosciuta: i miei genitori mi hanno insegnato a scendere in piazza per i diritti di qualcuno, non perchè a qualcuno fossero negati.
Non solo. La posizione di chi sostiene il family day mi sembra paragonabile a quella di chi tenta di arginare un fiume solo con le proprie mani. Le famiglie contro cui sono scesi in piazza esistono già, sono una realtà. Non nel Nord Europa o negli Stati Uniti, ma qui in Italia, dal Nord al Sud sena distinzioni.
Nella classe di mia figlia al primo anno di nido c’era una bimba figlia di due mamme. In questi tre anni l’ho vista crescere con la mia nell’amore dei suoi genitori, come la mia. Perché mia figlia dovrebbe avere più diritti della sua compagna? Perché la sua mamma non dovrebbe avere il diritto di parlare con gli insegnanti o di chiedere informazioni sulla sua salute? Per non parlare di situazioni ben più gravi.
Può un genitore pensare di non vedersiriconosciuti i diritti di genitore solo perché ama “la persona sbagliata”? Potreste mai pensare di crescere un bimbo come padre o madre e di non avere il suo affidamento nel caso venisse a mancare il vostro compagno/a?
Possiamo discutere quanto vogliamo sui principi, religiosi o civili, ma di fatto stiamo parlando di una realtà che esiste e che forse dovrebbe essere riconosciuta dalle istituzioni e normata se si ha senso civico e se questa società non vuole sfaldarsi dall’interno per l’incapacità di assimilare i cambiamenti.
Votare contro al disegno di legge Cirinnà è voltarsi dall’altra parte. Prima o poi, però, ognuno di noi dovrà fare i conti nel proprio piccolo con una società che sta cambiando, perché i nostri figli avranno compagni di scuola, amici, fidanzate e fidanzati e non potremo scegliere sempre di tenerli in un cerchio magico di persone simili a noi. Prima o poi vivranno la realtà, allora è meglio preparare loro il mondo migliore possibile. Senza arroccarsi. Nessuno è un’isola.