“Ma cosa ti metti a fare?”. Imparo quattro regole di basket e a fare due tiri nel week end con mio figlio. La risatina ironica era scontata. Abbiamo passato mesi, ogni lunedì sera, a imparare regole, ad allenarci a tirare e a fare partitelle. Un mese fa la sfida, con quelle dell’Aurora Milano. Loro sì, una squadra. Noi solo una decina di mamme, fourty something, che stavano imparando a fare quattro tiri. Ieri sera la partita.
Ci siamo presentate con le nostre nuove bellissime divise candide dopo un mese di doppio allenamento finalmente in un campo con canestri ad altezza regolamentare. Un mese in cui a casa hanno fatto il doppio turno per coprire le nostre assenze, in cui i figli sono venuti al campetto a fare da raccattapalle e gli uomini di casa a fare da sparring partners. E alla fine nel week end eravamo noi a chiedere ai figli di andare a fare due tiri.
Con noi sono venute le famiglie al completo. C’era il marito con la telecamera e quello che era andato dalla sarta del paese a far cucire le bandiere dei nostri colori. C’era quello che ha giocato a basket da sempre e ha fatto da arbitro e quello che ha dato il biberon alla più piccola del gruppo a bordo campo. E i figli in panchina ad ascoltare dal basso in alto nel cerchio intorno al coach, come fosse una cosa davvero importante.
Abbiamo sudato, abbiamo corso, abbiamo tirato e sbagliato e qualche volta anche fatto canestro, abbiamo stoppato tiri e recuperato palle. Com’è finita? Abbiamo perso 28 a 14. Ma abbiamo fatto assist piuttosto che tirare, abbiamo fatto blocchi piuttosto che smarcarci, abbiamo lanciato la palla avanti piuttosto che correre da sole in contropiede. Abbiamo imparato a rispettare il nostro ruolo e quello delle altre. Abbiamo esortato chi faticava ad entrare in partita, abbiamo elogiato chi azzeccava un passaggio, abbiamo dato il cambio a chi non aveva più fiato. In campo sono entrate una decina di mamme che volevano solo imparare le regole del gioco per stare sulle gradinate a guardare i figli giocare e ne è uscita una squadra. La MBA, Moms Basket Arese.
Un sms prima dell’inizio della partita mi consigliava: gioca per divertirti. Mi sono divertita, ci siamo divertiti. E alla fine abbiamo anche scoperto che prendersi del tempo per sé si può e che se siamo felici la nostra famiglia è felice.
Buona festa della mamma!
PS: Squadra al femminile. Ma ci insegna a fare squadra il nostro coach, Pier!