Sono subdoli, infami e anche un po’ striscianti. Altrimenti gli stereotipi e i pregiudizi che stereotipi e pregiudizi sarebbero? Così capita che tuo figlio si metta a leggere un manifesto nello studio del pediatra e che all’apparenza sembri tutto normale. Poi ti avvicini, guardi i disegni e ti chiedi: ma perché i lavori domestici sono rappresentati da una bambina che passa l’aspirapolvere, mentre gli sport sono due bambini che giocano rispettivamente a calcio e basket? Così come, nella rappresentazione delle attività all’aperto, la bimba gioca con l’hula hoop e il bimbo parte zaino in spalla (la prima rimane nei dintorni di casa il secondo rappresenta l’indipendenza). Naturalmente quello che va in bici è un bambino, come quello che gioca con le costruzioni. Per carità le generalizzazioni possono capitare, ma se il manifesto è il suggerimento della suddivisione del tempo dei bambini consigliato dalla Società italiana di Pediatria, allora forse non ci sta più molto. Forse dovrebbe partire proprio da loro un’educazione diversa, non solo per i bambini ma anche per i genitori in modo da creare un’onda di cambiamento. Perché in fondo non è importante solo cosa diamo da mangiare e come impegniamo il loro tempo, ma anche che futuro, che aspettative, che ambizioni diamo loro. E anche in questo dovremmo iniziare ad essere equi.