Parte dalla Francia la rivoluzione rosa nel calcio maschile. Sulla panchina del Clermont Foot, sqadra della seconda divisione transalpina, ‘madame’ Helena Costa. La 36enne portoghese raccoglierà l’eredità di Regis Brouard e diventerà il boss dello spogliatoio.La Costa ha un curriculum di tutto rispetto: si è formata nei quadri del Benfica, ha guidato prima l’Odivelas e poi le selezioni femminili di Qatar e Iran. Come osservatore, invece, ha collaborato con il Celtic. ”E’ una vera sfida, ma io agisco d’istinto. D’altra parte, ci sono donne in Formula 1 e in politica. C’è anche una cancelliera” ha dichiarato dice Claude Michy, presidente del Clermont, al quotidiano L’Equipe. ”E comunque -aggiunge- meglio aprire una strada che accodarsi”. In realtà, Michy non è propriamente un precursore. Il primato è italiano. La prima donna ad accomodarsi su una panchina professionistica del calcio maschile è stata Carolina Morace, ingaggiata nel 1999 dalla Viterbese di Luciano Gaucci.
L’avventura di Morace in Serie C1, però, durò solo due partite. ”Da noi una donna è già stata scelta come allenatore. Altre, prima o poi, arriveranno”, dice Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione allenatori, aggiungendo: ”Al corso che tengo qui a Coverciano ho avuto diverse ragazze, alcune davvero in gamba. Sanno davvero molto di pallone”, aggiunge soffermandosi in particolare su Milena Bertolini eManuela Tesse, i tecnici di Brescia e Torres che domenica si sfideranno nel big match del campionato femminile. ”Sono bravissime. E la crescita delle donne nel ruolo di allenatore mi sembra una cosa normalissima. Se una persona è valida, troverà spazio ed è destinata ad avere una chance. Non credo alle corsie preferenziali, penso che le quote rosa siano una sciocchezza” afferma Ulivieri.
Le loro qualità tecniche delle donne-mister finora non sono riuscite a far breccia nell’universo maschile del pallone. ”Non direi che siamo indietro a livello di cultura, questo discorso rischia di diventare una scusa”, dice Ulivieri. ”E’ più corretto, a mio avviso, dire che dobbiamo trovare la chiave per lanciare il calcio femminile. Le donne stanno trovando ruoli di importanza in tutti gli ambiti, non vedo per quale motivo non debba succedere anche nel calcio”, afferma ancora.
E’ facile prevedere che i risultati di Helena Costa potranno avere un effetto determinante. Se la portoghese dovesse convincere sul campo, potrebbe diventare un’apripista per le colleghe di tutta Europa. Per ora, pero’, l’allenatrice lusitana deve conquistare la fiducia dello spogliatoio che, inutile negarlo, ha accolto la notizia con sorpresa. Qualche giocatore ha dovuto ricorrere a Google per capire chi fosse il nuovo coach. ”Siamo stati informati stamattina. Non sappiamo molto di lei, non sappiamo quale sia stato il suo percorso”, dice l’attaccante Remy Dugimont, aggiungendo ”E’ stata una grossa sorpresa, circolavano diversi nomi. Questo è uscito fuori dal nulla”, aggiunge il giocatore. Sorpresa e qualche perplessità. Ma anche un po’ di compiacimento: “Siamo i primi calciatori ad avere una donna come allenatore in Francia. Va benissimo, crea rumore!”
Chi si era stupito del corso per manager donna nel calcio organizzato dalla Fifa, ora inizierà a capire di più il cambiamento in atto.