Alzino la mano le donne che vogliono entrare nei cda delle partecipate pubbliche – Arezzo

120123_cn-fine-report_p465Le segnalazioni sui rinnovi degli organi sociali delle controllate pubbliche continuano ad arrivare e sul territorio sono soprattutto le consigliere di parità e i comitati pari opportunità (Cpo) degli ordini professionali che stanno monitorando la situazione e dopo le assemblee il rispetto della quota di genere secondo la legge 120 del 2011. In questo caso parliamo della zona di Arezzo. Sono quattro le aziende al rinnovo degli organi sociali: Coingas, Lfi, Afm e Arezzo Multiservizi.

Il consiglio di amministrazione di Coingas, in carica fino all’approvazione del bilancio 2013, è composto da cinque membri e la rappresentanza femminile è già del 20% (vale a dire di un quinto come richiesto dalla legge 120 del 2011 Golfo-Mosca). Si tratta della consigliera Stefania Cioci, che è stata nominata il 6 giugno 2013 e non nel 2011 con la nomina del board. Nel collegio sindacale, invece, non siede alcuna donna. La società, nata nel 1974 e partecipata da 28 comuni, ha approvato il 7 marzo scorso il progetto di quotazione a Piazza Affari della partecipata Estra nel listino Aim Italia. Estra ha un board di quattro membri e non conta alcuna donna né nel cda né nel collegio sindacale. In quanto controllata pubblica e prossima quotata dovrà anch’essa adempiere alla norma sulle quote di genere.

Seconda società segnalata è La Ferroviaria Italiana, che controlla le società Trasporto Ferroviario Toscano e Rete Ferroviaria Toscana. In questo caso il board è composto da sette consiglieri, tutti uomini, secondo quanto si evince dai dati nel loro sito. In questo caso sicuramente dovrà entrare almeno una donna. La percentuale di un quinto prevista per legge sarebbe pari all’1,4 ed è facile immaginare che sarà arrotondata per difetto.

Questa primavera andrà poi al rinnovo anche il board di Azienda Farmaceutica Municipalizzata (Afm) e di Arezzo Multiservizi. In quest’ultimo caso il consiglio di amministrazione è composto da tre membri (tutti uomini), mentre nel collegio sindacale siede già una donna, Laura Barbini. La società conta anche un direttore donna, Gianna Rogialli.

Sicuramente la consigliera di parità di Arezzo vigilerà sul rispetto della legge in questa tornata di nomine. Alle donne di talento e valore resta solo il candidarsi. Attendo intanto notizie dal resto dei comuni italiani.

 

  • Bruno Sei |

    Se è vero che con il Ddl Del Rio si cancellano 3500 Consiglieri Provinciali, non si può trascurare il fatto che esiste una moltitudine di Consiglieri Provinciali, che occupano contemporaneamente poltrone nei cda delle Partecipate (Aeroporti, Aziende di trasporto locale, etc..) e che forse continueranno ad occupare tali poltrone, nonostante la decadenza da Consigliere Provinciale.

    A mio modesto avviso, la questione va regolamentata, precisando nelle norme attuative che i Consiglieri Provinciali dovranno decadere automaticamente anche dai Cda delle Partecipate in quanto tali incarichi sono vincolati alla funzione pubblica svolta come Consigliere Provinciale. Se tutto ciò non avvenisse, si manterrebbe in piedi un poltronificio che permetterebbe ai Consiglieri Provinciali, di uscire dalla porta principale e rientrare da quella di servizio.

    Sarebbe opportuno che tali poltrone andassero a chi ne ha le competenze e non al trombato di turno, ma tutto ciò credo vada regolamentato.

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