Nel consiglio di amministrazione dell’istituto guidato da Pier Francesco Saviotti sarà confermata Cristina Zucchetti (1971), lodigiana, presidente dell’omonima azienda di famiglia fondata dal papà Domenico, a sua volta già consigliere di amministrazione della vecchia Banca Popolare di Lodi. È a capo di un gruppo con 1800 addetti, una rete distributiva con 800 partner, 73mila clienti e 450mila procedure installate.
Andrà a farle compagnia Cristina Galeotti (1967), “Presidente dell’Associazione Industriali della Provincia di Lucca, stimata professionista e imprenditrice, già componente del comitato territoriale Cr Lucca”,come viene definita dalla stampa toscana.
Dal mondo accademico, invece, viene Cecilia Rossignoli (1958), ordinario di Organizzazione aziendale all’Università di Verona. È membro del collegio dei docenti del dottorato in Economia e Direzione Aziendale dell’Università di Verona e della Graduate School of Economics and Management (Gsem), Ca’ Foscari University Venice, University of Padua, University of Verona. È stata Direttore, dal 2001, del Master di I livello dell’Università di Verona in Business Intelligence e Knowledge Management e nel 2012 Direttore scientifico del Master in Business Intelligence e Knowledge Management della Fondazione CUOA.
Patrizia Codecasa (1958), che dalla primavera 2013 siede nel board di Fondazione Cariplo e da ottobre scorso nel cda Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, sarà fra i nuovi ingressi nel consiglio del Banco Popolare, così come, infine, Daniela Montemerlo, professoressa allo Sda Bocconi e all’Università dell’Insubria, che ha già esperienza di board di banche nel Credito Bergamasco.
La diversity (per legge) entra anche nel collegio sindacale del Banco con Claudia Rossi (1958) come effettiva e Chiara Bencioli (1972) come supplente.
Non è una gran rivoluzione. La banca si è attenuta al minimo sindacale richiesto dalla legge Golfo-Mosca (120 del 2011). Un quinto dei posti del cda al primo rinnovo deve essere riservato al genere meno rappresentato. Missione compiuta: il Banco ha il 20,8% di donne nel board. Fino al prossimo rinnovo, quando la quota salirà a un terzo, gli uomini possono stare tranquilli.