A scuola di politica. Ma non dai partiti.

Il Pci aveva la scuola delle Frattocchie, la Dc aveva scuole sul territorio che dal 1989 prevedevano anche laboratori multipmediali (tv, radio e giornali!). Poi c'erano le scuole di formazione politica socialiste e quella del movimento sociale. Negli ultimi decenni, però, pare che i partiti abbiano smesso di investire nella crescita di una classe dirigente politica futura, forse anche perché il politico di professione ha perso consensi a favore di una figura più "civile", proveniente da altri settori. Ma è poi possibile improvvisarsi politici? E' possibile imparare sul campo la gestione della cosa pubblica? A mio avviso sarebbe come mandare un medico a fare pratica direttamente sui pazienti per imparare a operare o mandare un'insegnante in classe senza un'adeguata preparazione. Non è che nei due ultimi esempi si possano fare danni peggiori che nel primo. Eppure la politica come mestiere non piace. C'è chi, però, non ama improvvisarsi. E guarda caso si tratta ancora una volta di donne. Che studiano un po' per tutto, anche per fare gli amministratori locali. E se le scuole di aprtito non esistono più, allora per imparare il mestiere ben venga una scuola trasversale. Perché, poi, i meccanismi delle istitutzioni, le leggi, la gestione della cosa pubblica è uguale. Che si venga da sinistra o da destra.

Nasce  da queste necessità il corso "Donne in politica" organizzato dalla Consigliera di Parità della provincia di Varese, Luisa Cortese, in collaborazione con la provincia e con l'Università di Varese. L'obiettivo è quello di formare le partecipanti in particolare sulle opportunità aperte dalla legge 215 sul riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali e dalla legge 120 "Golfo Mosca". Il corso è strutturato in 10 moduli, ciascuno della durata di 6 ore. Si va dalle lezioni sui "Partiti e movimenti politici: evoluzione e contesto" ai "MAss media e politica", dalla "democrazia paritaria" all' "etica politica e responsabilità".

Ma chi frequenta il corso? Gli iscritti sono 113 donne e 7 uomini, l'età media è di 45-55 anni, per la maggior parte laureati, il 20% impiegati e l'11,4% professionisti. Solo il 5% si dichiara di professione politico!

La scorsa settimana le lezioni sono state dedicate alla legge 120 del 2011, perchè l'obbligo di quote di genere riguarda anche le controllate pubbliche. Per la provincia di Varese si è occupata Sabrina Pellegrinon di fare il punto della situazione a un anno dall'entrata in vigore della legge: “ Ho condotto questa indagine sui 17 comuni principali della Provincia di Varese per avere un quadro attuale della partecipazione femminile nei Cda delle partecipate e controllate pubbliche della Provincia. Ne è uscito che le donne sono ancora poco rappresentate 13% , meno retribuite (solo il 43% dei ruoli femminili è retribuito contro il 58% dei ruoli maschili) e che il compenso femminile è mediamente la metà di quello maschile." spiega Pellegrinon, aggiungendo poi: "Ma non dobbiamo farci abbattere da questo quadro perché il corso “Donne in Politica” e le azioni di network che stiamo mettendo in atto con la Consigliera di Parità sono il primo passo per dare inizio ad un circolo virtuoso che speriamo porti ad un rappresentanza femminile sempre più ampia". Il dato, quindi, resta sotto il 20% richiesto dalla legge. In primavera è in arrivo una nuova tornata di nomine. Le studentesse del corso sapranno come vigilare, ora!

 

  Post Precedente
Post Successivo