GenerAzioni, quando le donne che arrivano ai vertici “rimandano giù l’ascensore”

Ascenzore"Rimandare giù l'ascensore". Non è affatto scontato. Gli uomini lo fanno più spesso. Quando vivevo a Londra in finanza i bocconiani ai vertici assumevano e supportavano i bocconiani junior. I Mckinseyani (si dice così?) arrivati lo facevano con i giovani account Mc Kinsey. Fra simili gli uomini si sono sempre aiutati. Per le donne la salita finora è stata sempre così dura, che una volta arrivate in alto molte tendevano a voler far dimenticare di essere donne. Come se si potesse essere "asessuate" nella gestione del potere. Un'illusione. E allora tanto vale rimandare giù l'ascensore, come ricorda spesso anche Anna Maria Tarantola presidente della Rai. Vale a dire cercare di valorizzare i talenti femminili che meritano, non scordandosi delle difficoltà incontrate nell'ascesa.

Questa la riflessione alla base del nuovo programma di mentorship di Valore D e GE Capital, GenerAzioni, presentato nel corso dell’evento CampiglioTrepertre (21-23 marzo), curato da Maria Latella. Oltre 100 professioniste di In The Boardroom, programma di formazione di alto livello promosso da Valore D e GE Capital, adotteranno studenti universitari (maschi e femmine) di diverse università italiane (LUISS, Bocconi, Università di Trento, Ca’Foscari di Venezia) per un percorso comune di sei mesi. Il programma permetterà alle mentor di condividere esperienze, riflessioni, successi e fallimenti con gli studenti per poter dar loro supporto nelle scelte professionali che li attenderanno. Allo stesso tempo il rapporto con i giovani permetterà alle manager e alle professioniste di aprire una finestra sulle nuove generazioni per capire meglio il mondo, anche professionale, in che direzione andrà e quali sono le aspettative, le idee e le speranze dei professionisti di domani.

 

 "La mentorship è a mio avviso uno strumento molto utile in varie fasi dello sviluppo professionale di una persona, a partire dal periodo universitario, ma anche successivamente durante la vita lavorativa": commenta Barbara Poggiali, member of the Board LUISS University e executive vice president for global development, che sarà presente all'evento di Madonna di Campiglio, e aggiunge: " Il confronto con un mentor, che non deve essere una persona già "vicina" (parente/amico/professore), porta una prospettiva nuova per lo studente: il mentor può orientare lo studente nelle scelte professionali, e, soprattutto sulla base di esperienze concrete, nell'esplicitare i requisiti e le azioni necessarie per raggiungere tali obiettivi. Il mentor deve anche essere molto franco con lo studente nell'analisi realistica di percorsi non in linea con le caratteristiche individuali o con le esigenze di mercato"

Il punto di vista di Tommaso Arenare di Egon Zehnder, insegnante nel corso In the Boardroom, è più di prospettiva a lungo termine: "La legge Golfo-Mosca ha dato un grande contributo a superare i pregiudizi consapevoli che rallentano il merito nella scelta delle persone nei consigli di amministrazione. Un lavoro di mentoring serio e profondo permetterà di fare lo stesso, quando si scelgono persone in ruoli di responsabilità esecutiva, rivalutando merito e competenza ai vertici delle aziende".

Nel dettaglio il progetto presentato da Valore D e Ge prevede una collaborazione con le università di Trento, Cà Foscari, Bocconi e Luiss per individuare nel complesso un centinaio di studenti meritevoli. A metà aprile sarà presentato il progetto a tutte le mentor partecipanti e sarà fatto "l'abbinamento". Da maggio a dicembre 2014, poi, ogni mentor seguirà un solo studente/studentessa. Le modalità del percorso di mentorship sono lasciate alla libera organizzazione in base ai luoghi di residenza e agli impegni.