It’s a men’s world. Anche quello dei media targati Usa!

Cate

Agli ultimi Academy Awards le donne hanno vinto solo una statuetta su cinque. D'altra parte le rappresentanti del gentil sesso arrivate alla nomination erano solo il 20% e non perché le attrici siano meno brave, ma perché sono stati effettivamente esigui i ruoli femminili nei film di Hollywood lo scorso anno. Su un panel di 100 film, presi in esame dal Women's Media Center di San Diego nel rapporto 2014, solo il 15% dei ruoli da protagonista è stato dedicato alle donne, il 29% dei ruoli da non protagonista e il 30% di tutti i ruoli "parlanti". 

 

AttoriDall'analisi poi di 7mila ruoli in 300 film è emerso che in genere le donne sono più giovani dei loro colleghi maschi e hanno generalmente un ruolo da moglie. Non solo: in genere i personaggi femminili hanno meno spesso degli uomini obiettivi chiari da raggiungere e descrizioni da leader di qualsiasi genere. A questo si aggiunge che i tre quarti dei personaggi sono di razza caucasica. In pratica, commenta il report, è più facile che chi va al cinema si trovi di fronte a personaggi femminili di altri mondi (non umani o alieni) che non di fronte a una donna asiatica. Naturalmente, poi, più di tre quarti dei protagonisti uomini ha un'occupazione sullo schermo, mentre le donne che lavorano sono solo il 60% (ed è già molto di più dell'occupazione femminile italiana che si ferma al 46,5%!). E Cate Blanchett in occasione dell'Oscar non ha mancato di rimarcare la situazione: "quelli dell'industria del cinema, che restano ancora stupidamente aggrappati all'idea che i film con al centro personaggi femminili restino esperienze di nicchia, si sbagliano. Il pubblico vuole vederli ed infatti questi film incassano bene. Guardate fuori dal nostro mondo".

EditorialistiIl problema non è solo delle major hollywoodiane. Nelle redazioni dei quotidiani americani la presenza di redattrici è scesa ancora lo scorso anno al 36,3% dal 36,9% del 2012. Una percentuale che non si è spostata di molto dal 1999 (36,9%), con un picco al 37,7% nel 2006. E nello spaccato per etnie il divario più ampio è fra i "white" (65  a 35). Le donne hanno, inoltre, spazi ridotti anche negli articoli e nelle interviste.  Sulla prima pagina del New York Times, ad esempio, i cosiddetti virgolettati maschili sono 3,4 volte quelli delle donne. Per non parlare poi degli editorialisti: su un panel di 7 giornali (tra cui il New York Times, Washington Post, Wall Street Journal), gli uomini sono 105 e le donne 38, con una concentrazione di 14 nel Creators Syndicate. Altro dettaglio, la media dell'età è di 60 anni a fronte di una media di 37,2 anni nei media in generale.

Positivo il trend nelle radio, dove la presenza delle donne è cresciuta dell'8% a 34,2% (47,1% nelle radio locali).Fra i direttori delle news, però, la percentuale scende al 20,6%. Se si parla, invece, di tv la situazione è più desolante, in particolar modo sul fronte degli ospiti dei talk show. L'identikit del 64% degli ospiti di ABC, CBS, Fox e NBC negli show della domenica è: uomo e bianco, che nella popolazione americana equivale solo al 34%. Se si guarda all'aggregato politici, candidati alle elezioni e giornalisti la percentuale maschile sale addirittura al 74%. Nello sport, neanche a dirlo, la presenza femminile è pressoché nulla: 2 ospiti su 183 nei talk show, mentre il 90% dei giornalisti nel settore è maschio.