Perché le donne continuano a non chiedere l’aumento?

Abito-lungo-di-soldi"Il numero di uomini che veniva da me a negoziare un aumento quando guidavo uno studio legale o una società era molto più alto del numero di donne". John Tory, probabile candidato sindaco di Toronto commenta così sui dati canadesi sul gap salariale tra uomini e donne. "Le donne – aggiunge – non vengono così spesso a lamentarsi. Gli uomini lo fanno. Nella mia esperienza, quindi, gli uomini alzano un gran polverone quando si tratta dei loro soldi". L'osservazione non è originale e di certo non cambia il dato di fatto. Lo ha ricordato anche il presidente Obamba nel suo discorso sullo Stato dell'Unione: "Sapete, oggi, le donne rappresentano circa la metà della nostra forza lavoro, ma continuano a guadagnare 77 centesimi ogni dollaro guadagnato da un uomo. Questo è sbagliato e nel 2014 è imbarazzante. Le donne meritano un'ugual paga per un ugual lavoro".

 

Lo dicono le statistiche, lo confermano gli studi di categoria (come quello del Censis sull'avvocatura), lo confermano i datori di lavoro. Eppure  le donne continuano a non chiedere l'aumento. Settimana scorsa ho avuto un'interessante (e piacevolissima) conversazione con una coetanea che lavora in finanza. Nel raccontarci, mi ha colpito (fra le cose riportabili!), un episodio della sua carriera. Le era stato offerto un lavoro più importante di quello che aveva, con uno stipendio X volte più alto del suo. Lei era tornata a casa contenta dell'offerta e pronta ad accettare perché era l'occasione che stava aspettando. A quel punto il marito è intervenuto e le ha consigliato di rispondere: Grazie della bella opportunità che mi state offrendo, vi chiedo solo una settimana per rifletterci. Molto titubante lei andò all'incontro con il manager e di fronte all'offerta ringraziò e chiese tempo per pensarci. A quel punto lui le gridò contro sottolineando che le stava offrendo un'occasione unica e che per lei era un'opportunità imperdibile. Insomma non si capacitava che non accettasse subito. Lei tenne la posizione (pensando fra sé che se il contratto fosse saltato il marito avrebbe dovuto mantenerla per i prossimi 30 anni come risarcimento!), ringraziò di nuovo e disse che avrebbe fatto loro sapere la sua decisione. Due giorni dopo arrivò la telefonata: l'offerta era stata raddoppiata. 

Di esempi simili nei consessi femminili se ne raccontano diversi. Anna Maria Tarantola, ad esempio, raccontò di essersi dovuta far forza per una settimana prima di bussare alla porta del suo capo e candidarsi per una posizione rimasta libera che prevedeva la sua promozione. Il capo le chiese "perché ti interessa?", lei rispose di sì e il posto fu suo.

A sentire gli head hunter, poi, si capisce come si muovono gli uomini. Anche se non stanno cercando lavoro, chiamano per un colloquio giusto per ricordare al loro interlocutore che esistono e per far presente cosa stanno facendo…nel caso chissà che possa uscire qualche posizione interessante e per raccogliere informazioni su come si sta muovendo il mercato. A detta dei cacciatori di teste sono rarissime le donne che fanno la stessa cosa.

A volte, quindi, sarebbe davvero sufficiente riuscire ad alzare la mano e a dire ci sono anch'io. Ma perché ancora non riusciamo a farlo?