Billy sfida Big Mac nelle classifiche mondiali dei consumi

Guerrilla marketing Ikea a New York

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La classifica del panino viene soppiantata dalla classifica del componente da libreria. Il Billy dell’Ikea batte il Big Mac nelle statistiche degli economisti per comparare il costo della vita tra i diversi Paesi. E’ appena uscita la prima classifica Billy a cura dell’agenzia stampa Bloomberg, che fa un po’ il verso alla storica classifica ventennale dell’Economist basata sull’amburger americano. Lo studio prende in esame i prezzi nelle valute locali e li converte in dollari. Il prezzo medio di un componente Billy a livello mondiale? 60,09 dollari.

Ma qual è il Paese più conveniente al mondo? Gli Emirati Arabi con una spesa di 47,64 dollari si portano a casa un Billy di due metri. Mentre è meglio evitare Israele che con i suoi 103,48 dollari è il paese più caro. In patria, invece, la svedese Ikea vende il prodotto a circa 55,11 dollari. Sfogliando il catalogo Ikea il Billy classico, in diversi colori, si trova a 39 euro, circa 57,4 dollari. Almeno siamo sotto la media mondiale.
 

  • Icaro |

    Interessante, non ero a conoscenza dell’utilizzo di questo nuovo indice. A mio modesto parere però (non sono certo un economista) l’analisi non è del tutto corretta perché il Big Mac Index, ed ora il Billy Index, è uno strumento utile per confrontare il potere di acquisto in paesi diversi (stesso prodotto ma a prezzo diverso) in rapporto alla divisa nazionale. Perciò risponde (o forse tenta di rispondere) alla domanda se una valuta sia sottovalutata o sopravalutata rispetto ad un’altra.
    Ipotizzando ad esempio che lo stipendio di un operaio specializzato sia lo stesso in termini di potere di acquisto in due diversi paesi: con uno stipendio (uno in Euro, l’altro in Corone) faccio la spesa, pago l’affitto e vado al cinema. Come mai allora la stessa libreria in Italia costa 39euro, 57 dollari, ed in Svezia l’equivalente in corone di 55 dollari? Perché l’euro probabilmente è leggermente sopravvalutato rispetto alla Corona Svedese (pensiamo che i costi di trasporto/stoccaggio siano marginali).
    Puntiamo allora tutto sulle divise nordiche???
    Mah! Mi sembra un po’ rischioso… anche se i biscotti dell’Ikea non sono male!!

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