Volantino
La crisi finanziaria sarà lunga e già ha mietuto diverse vittime. Non mancano parenti e amici (ma anche semplici conoscenti) che negli ultimi mesi hanno chiesto cosa fare con i loro fondi (spesso non così poco rischiosi come era stato loro spiegato) o con le azioni della tale o tal’altra utility (quelle sì, che qualcuno le aveva comprate come fossero bond).
Naturalmente nessuno ha la sfera di cristallo. Mi stupisce, però, che le persone che incontro per lavoro (e che spesso sono ai vertici di banche, società di consulenza, aziende, private equity, etc) stanno diventando sempre più incerte e pessimiste con il passare dei mesi. Forse a ottobre non tutti si erano resi conto di quello che stava succedendo, a novembre si tentava di quantificare la crisi, a dicembre si cercava di salvare il salvabile per chiudere i bilanci alla meno peggio. Dopo le vacanze di Natale è ricominciato il calvario dell’incertezza e i primi forti segnali di recessione a livello internazionale.
Ora a parlare con chi di finanza se ne intende, viene solo tanto sconforto: ci vorranno ancora sei mesi prima di avere visibilità sulla durata della crisi; in alcuni settori rimarranno in piedi solo un terzo degli operatori di mercato; diverse aziende chiuderanno bottega per mancanza di finanziamenti alla vita quotidiana della produzione; e così via.
Intanto c’è chi continua a perdere il lavoro, fatica ad arrivare alla fine del mese, vede i propri risparmi assottigliarsi e non sa che pesci prendere.
Nessuno può e sa dare consigli al momento. Una sola accortezza: attenti a non perdere la testa e a fidarsi delle sirene. Come questo volantino distribuito ai caselli dell’autostrada. Se avete tempo da perdere provate a chiamare e sentite se vi pagano le azioni Fiat a 20 euro (oggi viaggiano sotto i 4 euro) o le Unicredit a 7,5 euro come nel 2007.