Qual è il tuo punto debole? Impara a rispondere se cerchi lavoro

Cv 

Il numero di curriculum vitae che intasano le caselle postali elettroniche sta crescendo esponenzialmente negli ultimi mesi. E sempre più spesso capita qualcuno che chieda consigli per conquistare un posto di lavoro. Cerchiamo quindi di essere costruttivi. Per i cv non mancano i siti che danno indicazioni minuziose su come attirare l’attenzione senza cadute di stile. Ma se il cv va a segno, si arriva al fatidico momento del colloquio.

Qual è il momento più critico quando si incontra un potenziale datore di lavoro?


Pare, secondo uno studio britannico, che la cartina tornasole sia la fatidica domanda: qual è il suo punto debole?

Nella maggior parte dei casi il candidato cerca una risposta che possa essere letta dal datore di lavoro come punto di forza. Del genere: “Sono un perfezionista”. Una risposta, che secondo gli esperti può essere letta come “Non sono capace di delegare”. Ma di passi falsi ce ne sono diversi. La top ten comprende:

         Non ho debolezze

         Sono un malato di lavoro

         Non riesco a rispettare le scadenze

         Non ho pazienza con le persone incompetenti

         Mi manca la capacità di giudizio nelle situazioni di stress

         Qualche volta compio errori nel mio lavoro

         Mi focalizzo sui dettagli

         Mi piace bere ogni tanto

         Non sopporto le domande banali come questa durante i colloqui

Gli esperti poi consigliano di focalizzarsi naturalmente su debolezze correlate al lavoro e di evitare frasi come “Sono un pessimo cuoco” (a meno che non si tratti di un lavoro nella ristorazione!). Inoltre bisogna considerare la cultura propria dell’azienda: in una star up una risposta positiva potrebbe essere “La routine mi annoia”. Frase che chiaramente non si confà a ambiti di lavoro ripetitivi.

Le parole, però, non bastano. Quando si affronta un colloquio è importante anche il linguaggio del corpo: quindi mai perdere il contatto visivo (cioè guardare negli occhi l’interlocutore), continuare a respirare in modo regolare e sorridere. Alla domanda critica, prendetevi qualche secondo prima di rispondere ma non di più…altrimenti la vostra debolezza sarà manifesta. A proposito, la mia è la mancanza di costanza.

E per voi qual è stata la domanda più strana, imbarazzante, ridicola, stressante in un colloquio?

  • Andrea A. |

    Al mio secondo colloquio la domanda fu invece-mi dica tre suoi difetti e tre pregi-; dissi solo tre pregi. La psicologa del lavoro dell’impresa, quando mi richiese i tre difetti, dissi che non me ne veniva in mente neanche uno! A quel punto annoto qualcosa sul suo block-notes!
    PS: Fui assunto.

  • laserta |

    finora, confesso, mai avevo pensato alla domanda sul “punto debole”. anche perché nessun datore di lavoro me l’ha mai fatta.
    a dire la verità, poi, non mi sono mai preparato in vista di un colloquio. ho sempre lasciato andare la conversazione. improvvisando. finora mi è andata bene. anche se la mia fidanzata sostiene che io sia un incosciente. bah, le donne.

  • elvi |

    Il mio primo colloquio di lavoro , o meglio, per uno stage , dopo aver frequentato un master in marketing e comunicazione è stato in un’azienda di apparecchi acustici dove cercavano principalmente uno sguattero mascherato da assistente al direttore marketing. Passi il mio entusiasmo, nb: avrei accettato qualsiasi tipo di lavoro visto che ero assetata di fare qualsiasi cosa di diverso dallo studio…. l’intervistatore mi chiede: perchè vuole questo tipo di lavoro? il marketing in questo settore è molto settoriale; la mia risposta è stata: mi piacciono le sfide, mi piace il marketing e vorrei applicare ciò che ho imparato nel mondo del lavoro.
    Ero molto emozionata, forse si capiva un pò l’inesperienza, ma prima di tutto era vero, ero alla mia prima esperienza, secondo: non avevo messo in conto la risposta assurda, a mio parere, dell’intervistatore: mi sbatte letteralmente sulla scrivania due o tre prototipi di apparecchio e mi fa: MA COSA CREDE DI IMPARARE LEI DOPO UN MASTER IN MARKETING, IN UN’AZIENDA COME QUESTA il nostro è un marketing molto particolare…. insomma non mi ha ovviamente presa, però vorrei attirare l’attenzione su questo aspetto: oltre ad analizzare i candidati e i loro strafalcioni durante le job interviews, mi permetto di dire che in giro ci sono degli esaminatori non proprio normali, che fanno dei colloqui come se fossero dei padreterni e che oltretutto non capiscono chi hanno di fronte! Ma siamo forti…. superiamo anche quelli!

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