Le imprese “femminili” sono più virtuose. Parola di Banca Popolare di Milano. L’istituto guidato da Giuseppe Castagna ha condotto un’indagine sui dati della propria clientela, che sarà presentata lunedì prossimo a Milano. Dall’analisi è emerso come il rapporto tra crediti deteriorati e crediti totali nelle aziende fondate da un’imprenditrice sia migliore di quello delle imprese “maschili”.Un dato a cui si guarda con attenzione negli ultimi anni e che secondo la banca, ha messo a disposizioni delle attuali e future imprenditrici un plafond di 300 milioni, si può spiegare con un atteggiamento più prudente delle imprenditrici.
Il database di Bpm, su cui si basa l’indagine, vede una quota di imprese femminili (27%) maggiore del dato medio del sistema bancario (22%). In particolare, in Lombardia, dove maggiore è la quota di mercato dell’istituto, il “tasso di femminilizzazione” Bpm è pari al 27% contro un dato regionale del 18%. Se il dato sui crediti deteriorati non sorprende molto, rispetto a quanto emerso anche negli anni passati, è invece significativo che nell’accesso al credito, non emergano differenze fra imprese femminili e maschili: la ripartizione percentuale fra «affidate» (60,7% delle imprese femminili e 59,9% delle maschili) e «non Affidate» risulta sostanzialmente uguale nelle due popolazioni di imprese. Si riscontra, poi, una differenza nel credito utilizzato con un’esposizione media complessiva inferiore dell’8% per le imprese femminili di medio-piccole dimensioni.
Fra le caratteristiche principali dell’imprenitoria al femminile emerge, inoltre, una maggiore strutturazione rispetto a quella maschile. La preferenza per le società di capitali e la scarsa propensione per la ditta individuale sembrano evidenziare una maggiore predisposizione ad accogliere nuovi soci e ad organizzare l’impresa in una prospettiva di crescita. Tali preferenze fra la clientela di Bpm risultano, però,decisamente in controtendenza rispetto al sistema, dove la forma sociale più diffusa fra le imprese “donna” è la ditta individuale.
A completare la fotografia i dati sui settori di appartenenza: la maggioranza delle imprese femminili Bpm (54%) opera nel settore terziario, peraltro in comparti tipicamente maschili quali «costruzioni e attività immobiliari» e «Industria manifatturiera». </p><p class=”paragrafo@4″>Alcune indicazioni sull’identikit delle imprenditrici, inoltre, ci dicono come in media sono un po’ più giovani e con un livello di istruzione più elevato o pari a quello degli uomini. Quest’ultima informazione, in particolare, emerge dalle interviste effettuate fra i gestori imprese che hanno anche indicato la determinazione, la creatività e la scarsa propensione al rischio, come tratti distintivi delle personalità. Infine emerge come le donne nel rapporto con la banca pongano l’accento sulla maggiore trasparenza e attenzione alla qualità del servizio e alle condizioni di prezzo e nella conduzione dell’impresa lsu una maggiore attenzione alle questioni sociali ed ambientali.