Assicurazioni, quanto conta la biodiversità dei board sulla redditività?

pesciIn quanto a “biodiversità” le assicurazioni italiane hanno ancora un po’ di strada da percorrere rispetto al settore a livello europeo. Fra luci ed ombre, infatti, il quadro che emerge dallo studio condotto da Key2People su un panel di 26 compagnie assicurative tra le principali in Europa e 356 consiglieri di amministrazione, analizzati sia dal punto di vista “anagrafico” sia da quello “professionale”.
Nel complesso emerge che il ricambio all’interno dei board in Italia è superiore alla media europea: 49% contro il 40%. In questo caso l’Italia è al terzo posto e segue a ruota Paesi Bassi e Francia. Leggermente sopra la media europea, invece, il numero dei componenti dei cda con 15,4 per l’Italia contro il 13,7% del panel preso in considerazione.

Se, poi, si guarda allo spaccato dei dati anagrafici dei membri dei cda emerge come nel nostro Paese la percentuale di donne che siede nei board delle assicurazioni sia in linea con la media europea (25% contro 26%), anche grazie all’effetto positivo generato dalla legge Golfo/Mosca sulle quote di genere per le società quotate e le partecipate pubbliche. Al nuovo trend, comunque, si sono adeguate anche società non sottoposte all’obbligo per legge, perché non quotate o succursali italiane di gruppi stranieri. Di gran lunga meglio dell’Italia fa la Francia con il 37% seguita dalla Germania con il 33%. Un dato positivo è rappresentato dall’età media: le donne dei cda italiani sono le seconde più giovani in Europa dopo le belga, con un età di 51 anni (54 media europea), mentre per gli uomini siamo il secondo paese più vecchio dopo l’Austria con una media di poco meno di 66 anni. Tasto dolente, invece, l’internazionalizzazione: ancora ben sotto la media europea (18%) con solo il 5% dei cda e ben lontana dal picco svizzero del 44%.

Dallo spaccato per esperienze professionali emerge, poi, che i consiglieri italiani hanno un background finanziario solo nel 27% dei casi (47% media europea), il livello più basso del panel preso in considerazione. Inoltre solo nel 13% dei casi (anche qui, la percentuale più bassa de’europa) i consiglieri operano o hanno operato nel management di una compagnia assicurativa.

Key2People ha anche voluto misurare una possibile correlazione della “biodiversità “ dei board con la redditività delle società assicurative prese in esame. In base al Roe medio degli ultimi cinque anni., l’Italia appare in fondo alla classifica con un contenuto 3,3% contro il top rappresentato dalla Gran Bretagna con il 13,9%. Meglio di noi fanno anche Germani (12,3%), Spagna (11,4%), Svizzera (9,4%), Francia (7%) e Austria (6,8%).Le performance storiche delle assicurazioni italiane risultano comunque sensibilmente superiori a quelle delle prime cinque banche del Paese nello stesso arco temporale (-9,9%).

  • claudio galimi |

    Mentre per le banche, le disposizioni di vigilanza offrono già indicazioni specifiche su questi ed altri temi di Governance, per le Assicurazioni non esistono ancora norme specifiche. Sapranno le Assicurazioni italiane precedere la normativa ed allinearsi ad un panorama internazionale più evoluto in termini di “bio-diversity” nella composizione board?

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