Le donne nelle cosiddette materie Stem (science, technology, engineering, and mathematics) sono davvero poche. Ma fra quelle poche, evidentemente, c’è anche chi riesce ad emergere. E’ il caso della fisica italiana Fabiola Gianotti eletta nuovo direttore generale del Cern. Nella storia dell’European Organization for Nuclear Research sarà la prima donna a ricoprire la carica. La decisione è stata presa dal consiglio del Cern a conclusione della 173esima sessione e la nomina sarà formalizzata nella sessione di dicembre del consiglio. Dal primo gennaio 2016 inizierà il mandato della Gianotti, che avrà una durata di cinque anni. “Fabiola Gianotti è una scelta eccellente quale mio successore” ha commentato il direttore generale uscente del Cern Rolf Heuer. Giannotti ha battuto gli altri due candidati: il britannico Terry Wyatt dell’università di Manchester e l’olandese Frank Linde, direttore dell’Istituto nazionale di fisica subatomica (Nikhef) di Amsterdam.
“È un grande onore e una responsabilità essere scelta come prossimo direttore generale del Cern – è stato il commento di Fabiola Giannotti -. Il Cern é un centro di eccellenza scientifica, e una fonte di orgoglio e di ispirazione per i fisici di tutto il mondo. È anche una culla per la tecnologia e l’innovazione, una fonte di conoscenza e di formazione, e un brillante, esempio concreto di cooperazione scientifica a livello mondiale e per la pace”.
Fabiola Gianotti, classe 1962, è stata responsabile dell’esperimento Atlas, dal marzo 2009 al febbraio 2013, periodo in cui gli esperimenti LHC Atlas e CMS hanno portato alla scoperta del cosiddetto Bosone di Higgs, riconosciuta poi con l’attribuzione del Premio Nobel a François Englert e Peter Higgs nel 2013.
Nel marzo 2011 è stata inclusa dal giornale inglese «The Guardian» fra le “100 most inspirational women” in tutti i campi, fra cui solo sette nel campo scientifico e medico. Gianotti ritiene che le difficoltà delle donne ad affermarsi in questo come in altri settori sono di carattere meramente sociale, e non dipendono dalle caratteristiche proprie del settore. Come a dire, non è mica questione di autostima o del carattere respingente delle Stem. La ricerca, per come è organizzata oggi, non permette di pianificare la propria vita, e le difficoltà per le donne che hanno famiglia, il cui carico è quasi sempre e quasi completamente sulle loro spalle, sono innumerevoli, secondo la fisica, che è convinta che sia necessario intervenire, ad esempio attraverso lo sviluppo di strutture, a cominciare dagli asili nido, che permettano alle donne con figli di fare una carriera scientifica minimizzando gli ostacoli.
Come a dire: che si abbia a che fare con le particelle infinitesimali in un laboratorio, con i dati di bilancio di un’azienda o con gli orari di apertura dio uno sportello pubblico, i problemi delle donne non cambiano!