In Gran Bretagna funziona la moral suasion!

Vi ricordate di Glencore? Il colosso delle materie prime era rimasta ormai l’unica società nell’indice Ftse100 ad avere un consiglio di amministrazione tutto al maschile e Vince Cable, Secretary of State for Business, Innovation and Skills inglese, aveva deciso di intervenire incontrando i vertici della società. Ne avevo scritto in maggio. A quanto pare si sono convinti senza bisogno di una legge sulle quote di genere (al solo pensiero i meritocratici inglesi arricciano il naso). La notizia di giornata è che Glencore si è decisa e ha nominato la prima donna nel consiglio di Amministrazione. La scelta è caduta su Patrice Merrin. Insomma alla fine hanno trovato qualcuno con le caratteristiche adatte!

pmerrinGià, perché dalla Glencore facevano sapere di non riuscire a trovare sul mercato una professionista donna che avesse le caratteristiche adatte alla loro società. Merrin (64 anni), quindi, casca a fagiolo con la sua esperienza nell’industria mineraria. E’ stata, infatti, per dieci anni chief operating officer  nella canadese Sherritt e ceo di Luscar, società che producae carbone termico. E’ poi diventata director in un’altra società canadese del settore minerario, Stillwater. Il cv di Merrin va incontro alla preferenza del ceo di Glencore, Ivan Glasenberg (azionista all’8%), di avere nel board consiglieri esperti del settore.

Alla fine, quindi, cercando bene una donna esperta si è trovata. Peccato che sia dovuto intervenire il governo. D’altra parte Lord Davis, ex ministro del commercio, dopo un’analisi della situazione nelle società quotate al Ftse100, aveva posto nel 2011 come obiettivo il raggiungimento di una percentuale del 25% di donne nei board entro il 2015. Ad oggi su 112 posizioni di consigliere le donne sono 194, cioè il 17,3%. Di queste 176 sono non executive e solo 18 sono executive director. Nel complesso delle 100 società, nove hanno il 30% (o oltre) di donne nei board, 25 hanno il 25% di donne e 7, invece, ancora nessuna donna. Anche in Gran Bretagna hanno ancora un po’ di strada da fare.