“E’ semplicemente poco credibile”. Vince Cable, Secretary of State for Business, Innovation and Skills dal 2010 in Gran Bretagna, ha bollato così l’incapacità di trovare donne qualificate che potessero sedere nel board di Glencore Xstrata. Il colosso delle materie prime è rimasta ormai l’unica società nell’indice Ftse100 ad avere un consiglio di amministrazione tutto al maschile. La cultura britannica sarà anche a favore del merito e contro le quote, ma proprio per questo, evidentemente, non sembra giustificato più un board monocolore. Com’è possibile non trovare donne che “meritino” di sedere a quel tavolo?
Cable non si ferma al commento. Intende chiedere un incontro con il nuovo presidente del gruppo, Tony Hayward (ex capo di Bp) per portare a casa il risultato, dopo aver già discusso la cosa con l’amministratore delegato Ivan Glasenberg. “La società ha avuto tre anni a disposizione per affrontare il tema. Hanno continuato a dire per un anno di essere sul punto di nominare una donna nel board e ho incontrato il ceo specificatamente per discutere la cosa. Non ha funzionato” ha dichiarato Cable, aggiungendo: “KLa maggior parte delle maggiori società britanniche hanno recepito il messaggio che la diversity nel management team è positiva per il business. E’ semplicemente poco credibile che una società non trovi una donna con le caratteristiche adatte”.
Quando nel 2011 Lord Davies, dopo uno studio sul tema commissionato dal governo, pose come obiettivo quello di raggiungere il 25% di donne nei board entro il 2015 le società del Ftse100 con cda tutti al maschile erano 21. Oggi è rimasta solo Glencore Xstrata. In Gran Bretagna non saranno ricorsi alle quote, ma hanno ben presente il tema. E per cultura preferiscono procedere per moral suasion!