Se vi aspettavate di vedere la replica di Licia Ronzulli con figlia al Parlamento Europeo, anche alla Camera resterete delusi. I bambini saranno accolti sì nel palazzo ma in spazi appositi. Ieri pomeriggio la conferenza dei capigruppo della Camera ha approvato l’allestimento di due spazi dedicati alle deputate con bambini piccoli. Si tratta di un locale al piano basamentale adibito a fasciatoio e luogo per l’allattamento e di due stanze di 120 metri quadri complessivi nel palazzo Teodoli che diventeranno, con una “minima ristrutturazione”, uno “spazio bimbi” per ospitare i figli delle deputate, i genitori o persone di loro fiducia, ha spiegato Marina Sereni (Pd). Un’iniziativa che dovrebbe essere salutata come esempio di civiltà.
Invece sono stati necessari dei chiarimenti, per non fomentare eventuali polemiche. “Non è un asilo nido o una ludoteca, non ci sono le condizioni per offrire un simile servizio”, ha chiarito Sereni, che ha peraltro sottolineato che si tratta di spazi dedicati alle parlamentari e non alle dipendenti con bambini, le quali “hanno fatto sapere di avere bisogno di un altro servizio”. L’esponente democratica ha affermato che si stanno “semplicemente mettendo le parlamentari nella condizione di fare le parlamentari e le mamme” senza un “onere permanente a carico della Camera”. Si tratta, insomma, di un “segno di civiltà” non in contraddizione con la necessità generale di più asili nido. I costi per la “manutenzione” sono di circa 16mila euro.
Nulla di strano, si diceva. Anzi, dovrebbe essere un esempio da seguire per le aziende e le altre istituzioni. Gli spazi per rendere più vivibile il posto di lavoro, anche con una conciliazione più semplice fra famiglia e ufficio, dovrebbero essere più frequenti e nulla toglierebbero alle necessità di asili nido o spazio bimbi.