Financial Times, pagina 2 di oggi (con commento a pagina 6). L’ampio articolo a centro pagina titola: “Women to the fore as corporate Italy embraces change”. E sapete come inizia? Il giorno dopo le nomine di Matteo Renzi ai vertici dei maggiori gruppi industriali, la corporate Italia si è svegliata con il senso che molto del suo vecchio modo di essere – anche se non tutto – sia cambiato. E per una volta le vicende giudiziarie dell’ex primo ministro sono finite nel colonnino accanto. Ma il Financial Times non è l’unico a sottolineare la novità delle scelte. E dopo il governo più paritario d’Europa, portiamo a casa anche gli elogi per il cambiamento di vento nell’economia.
Anche il New York Times dedica al giro di nomine un articolo dal titolo: “Italian Premier Appoints Women to Lead 3 Major Company Boards”. “Guidato dalla sua dichiarata ambizione di mettere in atto riforme sociali ed economiche, e rottamare un sistema dominato dagli uomini, il premier ha proposto tre donne alla guida delle tre principali aziende statali”, scrive il quotidiano Usa. Le nomine, si legge ancora, sono “un’ulteriore mossa verso l’uguaglianza di genere in un paese che ha il terzo più basso livello di occupazione femminile in Europa”. La stoccata finale, d’altra parte, dovevamo aspettarcela. Perché nonostante l’operazione definita da molti window dressing con le nomine di tre presidenti donna, le statistiche ancora non ci fanno sconti.
Sul Wall Street Journal, invece, Liam Moloney si limita solo ad accennare all’incremento delle donne nei board delle controllate del Ministero del Tesoro e alle tre nuove presidenti. Mentre The Indipendent sottolinea proprio la portata della scelta con il titolo: “Italy’s new PM Matteo Renzi appoints women to lead major state companies in a bid to consign sexism to the past”. Nell’articolo vengono riportate anche le polemiche sul fatto che i ruoli non siano esecutivi e viene commentato: “E’ stato notato come da presidenti le quattro donne avranno ruoli non esecutivi – posizioni liquidate come “rappresentative e senza potere” – anche se è arduo immaginare Ms Marcegaglia, ex presidente degli industriali italiani, restare quieta sullo sfondo nel suo nuovo ruolo ai vertici del gigante dell’energia Eni”. E viene poi commentato come le scelte di Renzi, rispetto a quelle dei governi Berlusconi, di nominare donne di alto profilo in politica e nell’industria possono, per la maggior parte, essere sostenute e giustificate dai curriculum.
Anche in Spagna i giornali tornano sul tema con titoli del tipo: “Renzi confía a mujeres las empresas públicas” oppure “Continuidad y cambio en Italia”. Dalla Francia, invece: “Du jamais vu en Italie, Matteo Renzi nomme 3 femmes à la tête du secteur public”. Con Le Monde che preferisce: “Matteo Renzi féminise la direction des entreprises publiques italiennes”.
Se voleva essere solo una mossa di marketing, è sicuramente riuscita. Adesso portiamo a casa il risultato.