Non solo ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e politiche attive nel disegno di legge delega sul lavoro, presentato giovedì scorso al Senato. L’articolo 5 è dedicato alla maternità e alla conciliazione e prevede, tra l’altro, una ricognizione per estendere l’indennità di maternità a tutte le categorie di donne lavoratrici, l’introduzione del tax credit per le donne lavoratrici anche autonome e l’incentivazione a forme di flessibilità dell’orario di lavoro. E visto il richiamo all’Italia di Christine Lagarde del Fondo Monetario Internazionale in tema di occupazione femminile, il tema non può essere secondario. Ma quali sono le proposte nel concreto?
Nel testo del disegno di legga delega all’articolo 5 vengono enunciate le misure che saranno prese “Allo scopo di garantire adeguato sostegno alla genitorialità, attraverso misure volte a tutelare la maternità delle lavoratrici e favorire le opportunità di conciliazione per la generalità dei lavoratori”. I principi e i criteri cui si atterrà il governo sono:
a) Estensione, eventualmente anche in modo graduale, dell’indennità di maternità a tutte le categorie di donne lavoratrici
b) Garanzia per le lavoratrici madri parasubordinate del diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro
c) Introduzione del tax credit (o credito d’imposta) come incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici anche autonome. Le condizioni sono che abbiano figli minori e si trovino sotto una determinata soglia di reddito complessivo. Inoltre è prevista l’armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico.
d) Incentivazione di accordi collettivi per favorire la flessibilità di orario lavorativo e dell’impegno di premi di produttività in un’ottica di conciliazione lavoro-famiglia, anche attraverso il telelavoro
e) Favorire l’integrazione pubblico-privato nei servizi per l’infazia forniti dalle aziende
f) Punto della situazione su tutela e sostegno a maternità e paternità per eventualmente intervenire con una revisione che vada nella direzione di una maggiore flessibilità dei congedi
g) Estensione dei principi fin qui elencati alla pubblica amministrazione, ma senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica
Naturalmente si tratta di principi e criteri direttivi a cui si atterrà il governo delegato ad adottare uno o più decreti legislativi “recanti misure per la revisione e l’aggiornamento delle misure volte a tutelare la maternità e le forme di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. Ora partirà il confronto con i sindacati e con le imprese e soprattutto si dovrà valutare l’impatto finanziario delle singole misure.
Siamo sicuri, però, che basti solo un ritocco alla maternità (fra l’altro è uno dei settori che ci vede più avanti in Europa) per aumentare l’occupazione femminile?