F12 = -F21 ovvero “ad ogni azione corrisponde una reazione pari e contraria”. La terza legge della dinamica. Potremmo fare ricorso alla terza legge della dinamica per spiegare il nuovo movimento in arrivo dagli Stati Uniti. In parte lo avevamo già osservato con la pubblicazione e il clamore del libro “Marry smart” di Susan Patton (e in Italia di “Sposati e sii sottomessa” di Costanza Miriano). Stavolta il “rigurgito” conservatore viene invece dall’Heritage Foundation, il think tank di ispirazione conservatrice che elabora ricerche e proposte ispirati ai valori tradizionali americani. La ricetta per i Repubblicani per risolvere il gender gap è servita: convincere le donne a guadagnarsi la loro laurea da “Mrs” con la formula “sposatevi, prendetevi cura dei figli e lasciate che siano gli uomini a guadagnare lo stipendio”.
Il tutto è stato annunciato ieri in un convegno per la chiusura del mese di marzo dedicato alle donne. “Non mi interessa – ha osservato nel corso dei lavori la scrittrice Mona Charen – se una persona con i miei stessi cromosomi si siede nello studio Ovale. E non mi interessa quante donne siedono in Senato”. Quello che sta a cuore a Charen, e alle altre donne che hanno partecipato all’evento, è che “il femminismo ha creato danni enormi alla felicità”. La soluzione per rimediare a questi danni è naturalmente il matrimonio, che porrebbe anche rimedio alla mancanza di equità fra generi nei salari.
Il matrimonio, panacea contro ogni male, riuscirebbe anche a raddrizzare le sorti del voto americano: più matrimoni più voti ai Repubblicani, secondo i relatori del convegno. E lo sostengono numeri alla mano: il presidente Obama ha vinto con 11 punti percentuali in più fra le donne nel 2012 e addirittura con 36 punti di vantaggio fra le donne non sposate. In pratica, quindi, non sono da cambiare le idee dei Repubblicani rispetto ai temi di diversity, empowerment femminile, gender pay gap. E’ sufficiente cambiare ciò che le donne vogliono, per vincere alle prossime elezioni. D’altra parte, hanno argomentato le panelist, è nella natura delle donne l’allevare figli, aver bisogno di supporto e di protezione e il femminismo ha negato questi istinti naturali. Al bando, quindi, il Lean In e la campagna Ban Bossy del numero uno di Facebook, Sheryl Sandberg. Il nuovo motto è Lean back.
Solo un dettaglio. La platea del convegno era davvero esigua e il direttore della Fondazione aprendo i lavori ha esclamato: “Wow, where are all the ladies?” Probabilmente a conquistarsi un futuro!