Non trovo lavoro, mi metto in proprio. Ottocentomila nuove attività in cinque anni. Un record. E' delle donne spagnole che stanno combattendo il periodo di recessione nel loro Paese con l'imprenditorialità. D'altra parte con una disoccupazione che per le giovani donne ha raggiunto il 54,7%, diventa difficile affidarsi alla provvidenza e non mettere invece a frutto l'ingegno. Così le iniziative imprenditoriali femminili sono raddoppiate rispetto alle decadi passate: secondo i dati dell'Università della Catalonia si è arrivati al 40% sul totale di nuove imprese aperte dal 20% precedente.
Un trend che trova conferma anche in Italia, seppure in scala ben più ridotta. "Delle 6.140 imprese in più che, tra settembre del 2012 e settembre di quest'anno, si sono aggiunte alla base imprenditoriale del paese, ben 3.893 (il 63%) hanno infatti a capo una o più donne, spesso scese in campo per darsi da sole quel lavoro che non trovano" ci spiega Unioncamere.
Ma prendiamo i dati del quinquennio paragonabili al campione spagnolo. Tra il 2008 e il 2013 gli imprenditori italiani sono diminuiti di 511.000 unità, pari all’8,4% del totale. Le imprenditrici, però, hanno resistito meglio dei colleghi maschi ai colpi della congiuntura negativa. Negli ultimi 5 anni, il numero delle lavoratrici indipendenti italiane (imprenditrici, lavoratrici autonome, libere professioniste) è diminuito di 123.000 unità, pari al 6,7%. Un calo inferiore a quello registrato dalla componente maschile del lavoro indipendente che, dal 2008 al 2013, è diminuita del 9,1%, con una perdita di 387.900 unità.
A reagire alle difficoltà di questi anni sono state soprattutto le donne alla guida di aziende con dipendenti che, tra il 2008 e il 2013, sono addirittura aumentate di 28.900 unità, pari all’8% in più. Le donne che lavorano in proprio nel nostro Paese sono 1.719.000, rappresentano il 30,8% del totale dei lavoratori indipendenti attivi in Italia e il 18,4% del totale dell’occupazione femminile. Tra queste 364.942 imprenditrici guidano imprese artigiane.
La propensione imprenditoriale delle italiane fa guadagnare al nostro Paese il primato in Europa per il maggior numero di attività autonome guidate da donne. Ci seguono la Germania, con 1.373.400 imprenditrici, e il Regno Unito (1.264.400). A livello regionale, il record per il maggior numero di lavoratrici indipendenti, pari a 305.720, appartiene alla Lombardia. Secondo posto al Lazio (172.459) e terza posizione per la Toscana (154.152).
Nonostante la buricrazia e le difficoltà di accesso al credito, l'imprenditoria femminile italiana continua a tenere il passo di un'economia stentorea. Perché non valorizzare questa risorsa con un supporto anche da parte delle istituzioni? Dove supporto non vuol dire aiuti economici, finanziamenti agevolati o fiscalità agevolata per le imprese femminili. Basterebbe anche solo incominciare a fare sistema per dare modo a queste imprese di crescere. Questo è a costo zero, si può fare da subito.