In Giappone, dove la recessione è ormai conclamata, il rimedio alla crisi economica è il matrimonio. E proprio grazie alle difficoltà economiche nazionali e internazionali i matrimoni sono aumentati dell’1,52% a 731mila nel 2008, secondo le prime stime dell’Ufficio statistico del ministero degli Interni. Si tratta del livello più alto degli ultimi cinque anni.
Se infatti per le donne giapponesi il matrimonio rappresentava l’unica affermazione sociale possibile, oggi è diventata una questione di sopravvivenza.
L’aumento del tasso di disoccupazione per la prima volta in sei anni e una brusca frenata dei salari hanno convinto le ragazze giapponesi di non avere altra strada all’infuori delle nozze. Forse per questo sono aumentate del 20% le visite delle giovani al tempio scintoista Tokyo Daijingu. Non solo per qualche preghiera, quanto piuttosto per un vero e proprio rito di purificazione e di buon auspicio contro gli spiriti cattivi, con lo scopo ultimo di trovare marito. E siccome di questi tempi tutto ha un prezzo, si paga anche la buona sorte: 5.000 yen (40 euro) a rito.
D’altra parte per le donne giapponesi non esiste emancipazione che tenga. Quelle indipendenti, in carriera, con stipendi invidiabili ma senza famiglia vengono comunque considerate delle perdenti. L’assurdità era stata denunciata nel 2004 da Junko Sakai, autrice del best seller Howl of the Loser Dogs. Un saggio che ha venduto oltre 340mila copie. Ma evidentemente negli ultimi cinque anni non è cambiato molto.
Le ragazze con gli occhi a mandorla, quindi, si affidano ai riti. Come non credere ai miti quando la realtà non offre appigli? Tokyo Daijingu è anche il tempio in cui si festeggia la tradizionale Tanabata Kigansai:
“Shokujo, una principessa figlia di un re celeste e di una tessitrice, un giorno mentre tesseva un abito per il padre alzò lo sguardo e vide un pastore che vegliava sulle sue mucche. Attratta dal giovane lasciò il suo lavoro e andò a conoscerlo. I due si innamorarono e decisero di sposarsi: la principessa smise di tessere e il giovane smise di guardare le mucche. Il re decise allora di separarli costringendoli a stare sulle due diverse sponde della Via Lattea e permettendo loro di incontrarsi solo una volta all’anno. La principessa era disperata perché non c’era alcun ponte ad unire le due sponde, così uno stormo di gazze si affollò tra le due rive consentendo ai due di attraversare il fiume.
Secondo la leggenda, le stelle Kengyu (Altair) e Shokujo (Vega) che sono separate dal fiume del cielo Ama no gawa (la Via Lattea), lasciano il proprio posto per incontrarsi proprio nel giorno di Tanabata. E in passato le ragazze chiedevano alla principessa di diventare abili nella calligrafia e nella tessitura e i contadini chiedevano al pastore un buon raccolto”.
Oggi probabilmente chiedono un marito con un posto di lavoro sicuro.