«I bambini sono tutti salvi». Il messaggio è rimbalzato dal sito di Human Traction ai social in un attimo. «Il dormitorio è intatto, ha resistito alle scosse». Dall’Italia si tira un sospiro di sollievo, nonostante le immagini e le notizie che arrivano dal Nepal.
In un piccolo villaggio della Kathmandu Valley, il dormitorio per bambini dai 6 ai 16 anni, costruito dall’associazione italiana Human Traction, è diventato il punto di riferimento per gli sfollati. Nel villaggio la gran parte delle abitazioni è stata gravemente danneggiata e le famiglie hanno allestito tende nel campo da calcio del dormitorio.
«Il nostro ostello ha retto egregiamente e non c’è una singola crepa. Le prime due notti pioveva a dirotto ed è stato allestito come dormitorio per i più sfortunati» scrive un volontario, che si trova sul luogo e aggiorna regolarmente sugli sviluppi.
Il dormitorio non offre solo riparo. I pannelli solari, montati dai volontari italiani, stanno assicurando energia elettrica alla popolazione, almeno per ricaricare i cellulari e poter comunicare, dal momento che i piloni dell’alta tensione sono crollati e ci vorrà all’incirca un mese perché possano essere sistemati. «Ieri ho implementato l’impianto fotovoltaico e ora abbiamo 450watt di energia per illuminare la notte e ricaricare i telefonini di mezzo villaggio. Appena riesco, una batteria nuova sarà più che utile» scrive il volontario, che rassicura anche sulla fornitura di acqua: «Fortunatamente la condotta che eroga acqua potabile alla nostra zona sembra funzionare come al solito, quindi un’ora di acqua la mattina e una la sera.In ogni caso il pozzo che abbiamo fatto è integro e con la corrente generata dai pannelli potremo pomparci fuori l’acqua se necessario».
La prima emergenza sembra, quindi, tamponata. In maggio, prima dell’arrivo dei monsoni, l’associazione intendeva iniziare i lavori di rifacimento dei bagni del dormitorio. Ora, però, l’impegno non può essere più solo per la ventina di bambini che ospitano abitualmente. In un contesto di distruzione, il dormitorio italiano sta diventando il simbolo della rinascita. Altri volontari si stanno preparando per tornare in Nepal e aiutare a ricostruire il villaggio. Ancor più ora che è stato possibile constatare quanto il lavoro fatto sia servito. Una responsabilità più grande aspetta, quindi, la piccola associazione italiana, nata nel 2009 dall’idea di un paio di giovani in Nepal per un’esperienza di volontariato.
Intanto dal Nepal continuano ad arrivare gli aggiornamenti dell’unico volontario sul posto. Questo quello di oggi:
“un altra notte è passata con una scossa verso le 11 di sera. la nostra situazione è stabile e da oggi comincio ad aiutare concretamente il villaggio, anche se è difficile. Tutti quelli che mi incontrano chiedono aiuto anche quelli che non ne hanno realmente bisogno e hanno fondi per provvedere a loro stessi affermano ” now we expect you do something for us”. Al momento I fondi a mia disposizione non sono molti e oggi vado casa x casa a analizzare concretamente I bisogni facendo focus su I più poveri e senza casa. Molti accampamenti sono indecenti e la pioggia filtra allagando quel poco che rimane alle famiglie. Obbiettivo di oggi è trovare dei teloni resistenti ( un impresa) e un taxi che possa portarmeli su al villaggio e procedere con una distribuzione oculata. La corrente è tornata a kathmandu e hinterland e ieri dei tecnici sono passati a sistemare la nostra linea. Sfortunatamente il trasformatore principale del villaggio è danneggiato. Spero vengano a sostituirlo presto. Internet da noi ancora non va e devo scendere x trovare il segnale. Sto preparando anche un video per farvi vedere e capire come e perché dovete aiutare. Passo e chiudo. Se riesco ritorno giù in città in serata x gli aggiornamenti. So che vi state mobilitando x aiutarci ad aiutare: io, I ragazzi, il villaggio, e tutto il Nepal vi ringraziano infinitamente. Namaste”.
Chi vuole inviare un aiuto concreto può farlo attraverso il sito di Human Traction con carta di credito, paypal o bonifico bancario.