Che Hollywood sia prevalentemente maschile è noto da anni. E c’era anche stato uno studio sulle parti femminili e maschili nei film a dimostrare quanto le donne fossero ancora da seconda fila davanti alla cinepresa. Non parliamo dei ruoli dietro. L’edizione di questa notte dei Golden Globe ha restituito, però, un’immagine un po’ diversa. E a tenere banco non sono tanto i premi che le donne hanno portato a casa, quanto i discorsi alla consegna.
La derisione di Bill Cosby accusato da una ventina di donne di molestie e stupro da parte del duo Tina Fey-Amy Poehler, il ricordo di donne vittime di stupro da parte di Joanne Froggatt (miglior attrice non protagonista di serie tv), il pensiero per le mamme single in difficoltà nel costruirsi una carriera da parte di Patricia Arquette (miglior attrice non protagonista), la scelta di ruoli positivi per le donne latine da parte di Gina Rodriguez (miglior attrice di commedia), il sottolineare come la voce delle donne è più forte se circondata dal supporto dei propri cari da parte di Amy Adams (miglior attrice per la commedia Big eyes), il prendere in giro gli stereotipi (“Finally, we can put aside that negative stereotype that men aren’t funny!”, sostituendo women con men in modo da far suonare stupida la frase) da parte di Lily Tomlin and Jane Fonda e poi il riconoscimento che finalmente ci sono sempre più ruoli di “donne reali” ad Hollywood da parte di Maggie Gyllenhaal (miglior attrice in miniserie tv). Ognuna ha sfruttato i minuti a disposizione per parlare di cose che le stavano a cuore. Non più discorsi stereotipati come quelli da principessa del ballo o miss con fascia, che vuole la pace nel mondo. Discorsi concreti, fatti di esperienze personali, di vicende vicine. Fatti, anche, usando la satira e le battute di spirito. E a quanti trovano fuori luogo, ad esempio, che si sia scherzato su Bill Cosby, considerate le accuse, risponde l’attrice Janet Mock: “No, rape isn’t funny, but Tina & Amy pointing out this horridness on the network where Cosby reigned is powerful. #GoldenGlobes”.
Naturalmente questi non sono stati gli unici temi affrontati nel corso della serata. George Clooney, insieme ad altri, ha ricordato la strage di Charlie Hebdo. Jeffrey Tambor ha dedicato il premio alla comunità transgender. E non sono mancati riferimenti alla situazione in Nord Corea. Una grande chermesse di star e abiti griffati, che dà voce anche a temi meno fashion e cool. Chissà che così non arrivino più che dedicando loro un talk show in prime time!