Lei multitasking. Lui aggiustatutto. Lei portata a risolvere i conflitti. Lui a combattere e a vincere. Pare che tutto quello che ci hanno propinato finora sulle differenze genetiche fra uomini e donne siano solo sciocchezze. A sfatare il mito degli uomini che vengono da Marte e delle donne che provengono da Venere è la neuroscienziata della Aston University di Birmingham, Gina Rippon, secondo la quale i sessi non sono «cablati» in modi diversi e non vi è alcuna prova che gli uomini sappiamo leggere meglio le mappe e che le donne abbiano più capacità di multi-tasking. Anni e anni di studi spazzati via così. E anche di certezze e incertezze sociali. Le differenze sarebbero tutte frutto di un’educazione sessista. Ma è davvero così?
“Non esiste un cervello unisex, il cervello è diverso din dal momento della nascita, ed è lui a guidare impulsi, valori e la visione stessa della realtà” scriveva Louann Brizendine ne “Il cervello delle donne” (uno dei saggi con più fonti citate in assoluto). Rippon ora azzera tutto. L’eventuale differenza, sottolinea la neuroscienziata, potrebbe esser dovuta all’idea di genere costruita dalla società e non dalla biologia. Rippon è convinta che le differenze nel cervello di lei e lui si formino nell’infanzia, quando i bambini e le bambine usano giochi diversi conformandosi agli stereotipi.
La scienziata afferma che il cervello umano è molto più malleabile di quanto pensiamo. Come ha evidenziato una ricerca recente, sottolinea Rippon, le donne che giocano al videogame Tetris per tre mesi, subiscono una serie di cambiamenti fondamentali nella loro struttura cerebrale, come una «crescita» nell’area associata alle abilità spaziali. «I cervelli di uomini e donne sono molto più simili di quanto siano diversi. Non possiamo davvero permetterci di accettare la visione “essenzialista” che le ragazze non sono interessate alle materie scientifiche e causa di qualche “carenza nel cervello”», ha precisato la scienziata.
Posso dire che la professoressa Rippon non mi ha convinto? Il tema mi ha sempre incuriosito e le letture e i saggi sull’argomento sono davvero molti, con ricerche approfondite ed esperimenti su campioni estesi, che non possono essere dimenticati solo perché vogliamo rendere ingiustificata la mancanza di donne in campo sientifico.
Nel libro che citavo di Brizendine, ad esempio, viene spiegato come ogni cervello fetale appaia come femminile fino all’ottava settimana. Dopo questo periodo di tempo un massiccio afflusso di testosterone trasformerà il cervello “neutro” in maschile, sopprimendo alcune cellule dei centri di comunicazione e facendo crescere un maggior numero di cellule nei centri del sesso e dell’aggressività. Questo solo per parlare di una prima tappa. Altri libri, come ad esempio “Come crescere figli maschi” di Steve Biddulph, illustrano le fasi di crescita dei ragazzi e il ruolo che gioca il testosterone nello sviluppo delle loro capacità. Allo stesso modo il cervello femminile, secondo diversi studi, viene influenzato dai flussi di estrogeni e progesterone.
Insomma, non liquiderei l’argomento così. Mi sembra che alla base di certi risultati ci sia la paura di dire che si è diversi. Qual è il problema? Anche fra uomini c’è quello più competitivo e quello meno. Esattamente come fra le donne c’è quella più empatica e quella meno. Certo, poi, la cultura e l’educazione hanno una parte importante. Ma vogliamo davvero forzare la mano piuttosto che assecondare l’indole del singolo?
Ho due figli, un maschio e una femmina. Sono diversi. Quando gioco con loro non penso al loro “genere”, ma alla persona che ho di fronte, con tutte le sue peculiarità.