Che fatica per Jucker. Poco meno di due mesi per trovare almeno nove donne. Con tre o quattro, come si profilava ancora una settimana fa, la Commissione Europea non avrebbe avuto parere positivo da parte del Parlamento. Lo aveva avvisato già a metà luglio Martin Schulz, il presidente del Parlamento europeo, ma evidentemente il buon Jean-Claude e i governi dei Paesi europei pensavano che alla fine sarebbe comunque andata bene. Invece in una settimana hanno dovuto raddrizzare il tiro e se la richiesta di una Commissione Europea che rappresentasse la parità esatta (come chiesto dalle commissarie uscente) resta una chimera, almeno si è mantenuto lo status quo.
Sono nove, quindi, le donne che entreranno a far parte dell’esecutivo Ue guidato da Jean-Claude Juncker. Oltre al ministro degli esteri Federica Mogherini, nominata nuova lady Pesc, si aggiungono le candidate di Polonia, Slovenia, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Svezia, Belgio, e Danimarca. Le candidature, ora, dovranno avere l’ok del Consiglio e del Parlamento Ue.
Nella lista pubblicata oggi dalla Commissione Ue figurano i nomi dell’ex primo ministro sloveno Alenka Bratusek, della vicepresidente romena del Parlamento europeo Corina Cretu, e delle commissarie uscenti agli Affari interni Cecilia Malmstrom (Svezia) e alla Cooperazione Kristalina Georgieva (Bulgaria). Compaiono inoltre la vicepremier e ministro delle infrastrutture polacco Elzbieta Bienkowska, il ministro ceco dello Sviluppo regionale Vera Jurova, l’europarlamentare belga Marianne Thyssen, e il ministro dell’economia danese Margrethe Vestager.
Naturalmente non è mancato, in questi mesi, chi ancora una volta ne ha fatto una questione di merito. Ma solo per le donne. Alla fine mi sembra che le nove candidate possano vantare curriculum sufficienti per sedere su quelle poltrone. Naturalmente i cv dei nuovi commissari non sono stati passati al vaglio tanto quanto quelli delle candidate.
Va bene così. Che si istauri una cultura del merito, anche solo per un terzo dei candidati. Prima o poi si arriverà a farne un criterio comune a tutti.