“Non ritengo i bambini piccoli interessanti”. “Non mi ci vedo con un bambino in braccio”. “Io prima dei sei anni non riesco ad avere un rapporto con i marmocchi”. “Abbiamo deciso di non avere figli perché viaggiavamo entrambi troppo per lavoro”. “Ho vissuto il mio maternage con la figlia del mio compagno”. “Mi sono sempre occupata di mia sorella, che ha problemi di salute, e non ho sentito il bisogno di fare figli”. Negli ultimi mesi ho raccolto diverse frasi come queste e nessuna detta con vergogna o titubanza. Sono frasi di donne realizzate nel lavoro, nella famiglia, nelle amicizie, nelle passioni. Sono frasi di donne che hanno scelto.
E certe scelte vanno poi sostenute quotidianamente con la vicina di casa anziana che se sei single ti chiede quando ti fidanzi e se sei sposata ti dice che è ora di avere figli. Vanno sostenute alle cene di lavoro quando un collega o una collega tira fuori l’ultima foto del figlio/a. Vanno sostenute quando incontri le compagne di scuole che hanno avuto una nidiata di bambini. Ma anche in questo l’Italia sta cambiando, forse più velocemente di altri paesi in cui le donne senza marito e figli vengono ritenute delle fallite, come il Giappone (qualche anno fa spopolò un saggio denuncia sul tema).
Eppure gli ultimi dati sulla natalità 2013 hanno riaperto il dibattito sul tema. L’anno ha fatto registrare il record negativo di nascite dal 1980 a oggi, secondo l’Istat. Più di 60 i neonati in meno al giorno rispetto al 2012, un dato che si registra in maniera più o meno stabile lungo tutta Italia. Nel 2013 è proseguito, accentuandosi, l’andamento negativo che si era registrato nel corso degli ultimi anni. Le cause principali restano la precarietà economica e l’incertezza per il futuro, che costringono molte coppie a rinviare a tempi migliori la decisione di avere un figlio, secondo l’analisi Istat. Crescono invece i bambini nati fuori dal matrimonio, diventati ormai il 28% del totale: un dato quasi triplicato rispetto al 2000 (10,2%). A mitigare la caduta delle nascite ci pensano i genitori stranieri anche se è in controtendenza il dato sul numero medio di figli per donna, che risulta in lieve aumento per le donne italiane (fra il 2005 e il 2011 è passato da 1,2 a 1,4 figli) mentre è in calo per le straniere (da 2,4 figli a testa nel 2005 a 2).
I bassi livelli di fecondità rendono l’Italia uno dei paesi più vecchi al mondo. Nel 2012 si registrano 148,6 persone over 65 ogni 100 ragazzi sotto i 14 anni, a metà degli anni novanta se ne contavano 112. Un trend destinato a crescere. Secondo le previsioni, nel 2050 ci saranno 263 anziani ogni 100 giovani. Contestualmente, continua ad aumentare anche l’aspettativa di vita della popolazione italiana, che nel 2011 si attesta a 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne, con un guadagno rispettivamente di circa nove e sette anni in confronto a trent’anni prima.