Nuovo cda per Veneto Banca, solo una donna su 11 consiglieri (ecco chi sono)

Sempre la solita musica. “Donne? Non ne abbiamo trovate”. Ieri è stata la volta del presidente uscente di Veneto Banca, Flavio Trinca. L’istituto, agli onori delle cronache nell’ultimo periodo per il rifiuto del matrimonio con la Popolare di Vicenza e per la richiesta da parte di Banca d’Italia di dimissioni del consiglio di amministrazione, ieri ha riunito l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio 2013 e per l’elezione del nuovo board. Le redini sono passate da Trinca al nuovo presidente Francesco Favotto. Anche l’amministratore delegato Vincenzo Consoli fa un passo indietro e per i prossimi due anni sarà il direttore generale della banca. Per il resto poco cambia. Una donna sedeva nel board e una donna siederà nel board per i prossimi tre anni. Si tratta dell’avvocato Cristina Rossello. Possibile che non si sia trovata nessun altra professionista o accademica o manager che meritasse di sedere a quel tavolo?

I nomi del nuovo cda: oltre a Favotto e al vicepresidente Alessandro Vardanega (presidente Unindustria Treviso) sono stati eletti Giuseppe Sbalchiero (classe 1950, presidente di Confartigianato Imprese Veneto fino al 2015, titolare dal 1971 di un’impresa edile), Federico Tessari (classe 1955, titolare di un’impresa di rivestimenti, ha guidato per dieci anni la Camera di commercio di Treviso), Luigi Rossi Luciani (classe 1945, fondatore e presidente della Carel, azienda di componentistica elettronica per il condizionamento, ed ex presidente di Confindustria Veneto), Maurizio Benvenuto (avvocato con studio a Fabriano), Graziano Visentin (laureato, commercialista, professore incaricato di diritto tributario alla scuola Superiore dell’Economia e della Finanza e all’Università Ca’ Foscari, già membro di cda e collegi sindacali di società quotate e non come Coin, Ascopiave, Marcolin, Alerion, Stefanel, Autogrill, Fondiaria Sai, Banca Sai, Credit Agricole Vita, Ina, Alitalia), Stefano Campoccia (classe 1960, laureato in giurisprudenza, avvocato cassazioni sta, già membro di cda di snai, Vsl, Udinese Calcio, Riello, Visottica Industrie, Doubleice, Fww, G&C Holding, Riello International, Efigestioni, Pozzo, Freud, Autodromo del Veneto, Palladio Finanziaria, Alpi Eagles, Aer.tre, Veneto sviluppo, Fondo Retex, e nel collegio sindacale di 21 Investimenti), Pierluigi Bolla (classe 1951, laureato in Economia, già assessore regionale al turismo, nel cda di Enit, commissario straordinario dell’Ente Fiera Bologna, presidente Informest e della Valdo spumanti) e Matteo Zoppas (classe 1974, presidente Confindustria Venezia, laurea in economia, già nei cda di Operation smile Italia, Acqua Minerale San Benedetto).

Scorrendo i curriculum vitae dei nuovi consiglieri non si ha l’impressione di eccellenze ineguagliabili da parte di donne che hanno esperienze decennali, magari proprio nel settore bancario-assicurativo. Così come esistono professioniste, avvocate e commercialiste, di tutto rispetto, come pure imprenditrici venete. Bastava consultare una delle tante liste redatte dalle associazioni in collaborazione con società di head hunter, come quella di Fondazione Bellisario o di Pwa. O era possibile rivolgersi a ValoreD, che è alle quarta edizione del corso In the boardroom, dedicato alla preparazione di professioniste e manager per l’ingresso nei board. (Ma si vede che il presidnete Trinca non deve essere fra i miei lettori abituali, altrimenti l’avrebbe saputo).

cristina-rossello-181337Certo l’unica donna che siede al tavolo del board ha uno standing di livello. Cristina Rossello, classe 1961, laureata con 110 e lode, è titolare di uno studio legale con sede a Milano, Roma e Bruxelles.  Esperta di diritto societario, bancario e di valori mobiliari è avvocato di diverse società quotate, consulente di imprese familiari e membro di collegi arbitrali. Siede nel cda di Mondadori, è segretario del patto di sindacato di Mediobanca, nel 2009 ha ricevuto un doppio incarico da Silvio Berlusconi: per valutare il patrimonio di famiglia in seguito alla causa di separazione e per un’eventuale riassetto azionario tra i cinque figli; per tutelare l’immagine del cavaliere. L’avvocata Rossello è anche fondatrice del Progetto Donne e Futuro, per “la nobilitazione delle eccellenze femminili, per favorire le pari opportunità e per promuovere l’immagine delle donne che si sono distinte nei rispettivi ambiti di attività”.

Rossello è la quota rosa nel cda di Veneto Banca. Una percentuale inferiore al 10%. Se la banca fosse quotata sarebbe sanzionabile da parte della Consob per non aver rispettato la legge 120 del 2011 (Golfo-Mosca). Non lo è e quindi ha tutto il diritto di avere un cda “monocolore”. Allora meglio dire in assemblea: preferiamo gli uomini, piuttosto che giustificarsi dicendo di non aver trovato donne. Si fa una figura migliore!

  • Monica D'Ascenzo |

    Caro Luigi, in Italia è stata approvata una legge nel 2011 che rende obbligatoria una quota del 20% al primo rinnovo e del 30% al secondo e terzo rinnovo nei cda e nei collegi sindacali delle società quotate e delle partecipate pubbliche e non è nata per una velleità ma da fattori reali. Il primo fra tutti è che la diversità (non solo di genere) crea un team di lavoro più efficace soprattutto in tempi di crisi. Le faccio un esempio: se una società ha un cda di persone tutte bocconiane e con esperienze in una delle big4 della consulenza e con esperienze di lavoro solo a Londra, difficilmente avrà al suo interno voci diverse che possano creare un confronto di idee e soluzioni. Parlerà con un’unica voce e questo non aiuta a trovare soluzioni “alternative e creative” in tempo di crisi economica. La diversità fa bene ai conti delle aziende (e gli studi sono molteplici a riguardo e li trova anche in questo blog).
    Sulla questione di fare io dei nomi, la ringrazio per la fiducia che ripone in me ma non è il mio lavoro, non sono un head hunter. Inoltre non credo che il presidente di una banca consulti una giornalista per trovare consiglieri, ma molto agevolmente può consultare le liste di cui ho scritto che sono pubbliche e online. Basta chiedere a un segretario/a di scaricarla e stamparla. I cv sono tutti pubblicati, come in questo caso: http://www.readyforboard.com/members/
    Se vuole può consultare il data base e fare una sua selezione. Resta il fatto che le altre banche (anche venete) hanno trovato donne adatte ai loro board. E’ un po’ singolare che Veneto Banca abbia trovato questa insormontabile difficoltà.

  • Luigi |

    Certo che quando di vuole criticare ad ogni costo una scusa di trova sempre. Quote rosa? ….e allora perché non li fa questi nomi di possibili candidate?….troppo semplice citare la fondazione Bellisario….. li faccia Lei questi nomi!…

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