Vi è mai capitato di farvi accompagnare da qualcuno ad un colloquio di lavoro? A me francamente no e non capisco proprio come qualcuno possa trovarlo normale. Eppure in Italia pare sia un'abitudine non rara fra le nuove generazioni. Il 25 % si reca accompagnato dai genitori, soprattutto la madre; il 20% dal fratello e il 50% dalla moglie o dalla fidanzata. I dati sono di un'aziende di consulenze e servizi formativi, la BP Sec. Mettiamo anche che siano percentuali un po' alte e che non fotografino la realtà nazionale nel suo complesso, resta il fatto che il trend mi è stato confermato da diversi selezionatori. Ed è davvero sconfortante.
C'è la crisi, ci sono i figli che non riescono a lasciare casa e il lavoro resta un miraggio. Non credo, però, che genitori (non parliamo poi di mogli e fidanzate) facciano il bene del candidato ad accompagnarlo ad un colloquio di lavoro (anche perché pare che spesso insistano per assistere all'incontro!). Se non altro perché dimostrano la sua poca indipendenza. Ma a parte i genitori, i figli come fanno a permettere a padri e madri di accodarsi in simili occasioni? Se conoscono i soggetti, piuttosto dovrebbero tacere il fatto di avere un colloquio pur di non doverseli portare dietro.
Il comunicato della società di consulenza, però, mi ha colpito anche per un altro motivo. Si parla di mogli e fidanzate, non di mariti e fidanzati. Ora i casi possono essere due: o i candidati esaminati erano prevalentemente, se non esclusivamente uomini, oppure le candidate si sono presentate da sole. Se questa seconda ipotesi è quella corretta, le giovani, oltre a presentarsi solitamente con voti migliori e tempi di laurea migliori, lo fanno anche con una marcia in più in indipendenza e sicurezza di sè. E a un selezionatore certi particolari non sfuggono.