Europee del 25 maggio: se voti tre uomini il terzo voto è nullo

L’equilibrio di genere nelle preferenze alle elezioni del Parlamento europeo è legge. L’Aula della Camera ha approvato ieri in via definitiva il provvedimento con 338 voti positivi, 104 contrari e 29 astenuti. Per la presenza paritaria nelle liste dal 2019 e l’alternanza di capolista sarà necessario attendere ancora 5 anni (la norma entra in vigore dalle elezioni del 2019). Per le prossime elezioni del 25 maggio (si vota un solo giorno) ci si deve, invece, accontentare di una norma ‘transitoria’ in base alla quale, nel caso di tre preferenze espresse, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza. In poche parole, non si possono votare tre uomini o tre donne, perché il terzo voto sarebbe nullo. Si può votare due uomini e una donna o due donne e un uomo.

Si applica, quindi, la norma (legge 215/2012) già usata alle ultime amministrative e in quell’occasione si erano avuti dei risultati incoraggianti sulla percentuale di donne che erano state elette. Il dato è praticamente raddoppiato. Se si confrontano, infatti, i 16 capoluoghi di provincia andati al voto, si nota come la percentuale di donne elette sia passato dall’11,2% al 27,9%, secondo i dati elaborati dall’Università Luiss. Nello spacchettamento per aree geografiche si vede come al Nord si è passati dal 13,8% al 30,2%, al Centro dal 13,2% al 26,6% e al Sud si è visto il balzo dal 7,3% al 28%.

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Tab. 1 – Rappresentanza femminile nei consigli comunali dei 16 capoluoghi al voto nel 2013: confronto con le elezioni precedenti e disaggregazione territoriale

Dall’analisi degli eletti per schieramenti politici, invece, è il Movimento 5 Stelle ad aver raggiunto il risultato più alto con il 38,5% di donne elette, seguito dal centro sinistra (30,4%) e più a distanza dal Centro Destra (22,5%). In controtendenza il risultato di Lista civica con un calo dal 27,3% al 19%.

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Tab. 2 – Rappresentanza femminile nei consigli comunali dei 16 capoluoghi al voto nel 2013: confronto con le elezioni precedenti e disaggregazione per coalizioni

In questa direzione un segnale forte è arrivato ieri dalla direzione del Pd, che su proposta di Matteo Renzi, ha scelto 5 giovani donne come capoliste alle Europee. Adesso sono attese le mosse degli altri schieramenti politici che potrebbero rivedere alcune delle strategie nella composizione delle liste per contrastare la mossa, a sorpresa anche per i vertici stessi del suo partito, di renzi.