Quando la realtà supera le leggi

board4Un quinto al primo rinnovo, un terzo al secondo e terzo rinnovo del board. Le percentuali dettate dalla legge Golfo-Mosca, 120/2012, erano comunque conservative rispetto a quote più alte richieste per legge in altri paesi (40% in genere). E si pensava sarebbe già stata una fatica riuscire a raggiungerle. La realtà, però, a volte sorprende e i dati diffusi oggi dalla Consob sono positivi. Certo, c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto (la percentuale potrebbe/dovrebbe essere più alta e non obbligatoria), però visto il punto di partenza direi che non c’è proprio da lamentarsi. Le donne che siedono nei consigli di amministrazione delle società quotate a Piazza Affari sono il 25,5% del totale dei consiglieri.

Al 30 aprile 2015, quindi dopo l’ultima tornata di assemblee, le consigliere di amministrazione sono 596, in crescita rispetto a fine 2014 quando il totale era di 521. E naturalmente sono ben più numerose di rispetto al 2013, quando erano 421.In termini percentuali, come si diceva, si tratta del 25,5% di donne nei cda al 30 aprile 2015 contro il 22,7 a fine 2014 e il 17,8% a fine 2013.

Inoltre, è’ presente almeno una componente donna in 228 società quotate, ovvero nel 95,8% al 30 aprile dell’anno in corso; contro le 217 società (91,9%) a fine 2014 e 202 società  (83,5%) a fine 2013.

Per indice di appartenenza sono 35 donne in società del Ftse Mib, 39 nel segmento Mid Cap, 59 nel segmento Star.

Questo giro di assemblee era l’ultimo del primo rinnovo per le società di Borsa Italiana. Dal prossimo anno, quindi, l’obbligo per tutte salirà ad un terzo del cda. La crescita del numero di donne nei board, quindi, non sarà così forte come è stata finora, ci sarà giusto qualche ritocco con uno o massimo due ingressi a board a seconda del numero di consiglieri. Ma è anche vero che le aziende stanno snellendo i board e, quindi, i posti si riducono. Il cambiamento culturale è comunque in atto. Difficile pensare che fra altri sei anni si ritorni a meno del 10% delle donne nei board.

Un ultima osservazione: c’è sempre chi non vuole ammettere il risultato della norma e mette in dubbio i curriculum e l’esperienza delle neo consigliere. Per questo ho pensato di fare una carrellata (che non pretende di essere esaustiva). Guardate voi se meritano…

Who’s who: ecco le donne entrate nei board di Piazza Affari

…poi, però, aspettiamo la gallery dei cv degli uomini!